Nelle case degli italiani torna a crescere lo spreco di cibo, interrompendo un trend positivo partito nel 2019. Di fatto, nella spazzatura gettiamo in media 595,3 grammi di cibo pro capite a settimana, ovvero 30,956 kg annui, circa il 15% in più del 2021, quando erano 529 grammi settimanali. Il dato è accentuato al Sud (+18% rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+12%).
Si tratta di dati in controtendenza con l’ultimo biennio, come attesta il Rapporto ‘Il caso Italia’ 2022 di Waste Watcher International su monitoraggio Ipsos, diffuso in occasione della IX Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna.

Uno sperpero annuale di 1.866.000 tonnellate

Lo spreco del cibo nelle nostre case vale complessivamente 7,37 miliardi di euro, corrispondente allo sperpero annuale di 1.866.000 tonnellate di cibo. Se includiamo anche lo spreco alimentare di filiera (5.164.928 tonnellate), arriviamo a uno spreco nazionale di quasi 10 miliardi e mezzo.
“La tendenza a una diminuzione dello spreco alimentare domestico, che a livello nazionale e globale gioca la parte del leone, con un’incidenza del 60-70% sulla filiera campo-tavola, ha interrotto sensibilmente il suo slancio positivo con il ritorno alla vita sociale – spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare -. Una battuta di arresto che si spiega in parte per la ripresa del consumo extra-domestico – aggiunge Segrè – e in parte per la difficoltà generale delle condizioni di vita dell’ultimo anno”.

La hit dei più buttati

L’indagine spiega che nella hit degli alimenti più spesso sprecati svettano la frutta fresca (27%), cipolle aglio e tuberi (17%), pane fresco (16%), verdure (16%) e insalata (15%).
“L’Italia – continua Segrè – resta comunque la nazione più virtuosa nel ‘G8 dello spreco’, che vede i russi a quota 672 grammi settimanali, gli spagnoli a 836 grammi, i cittadini inglesi a 949, i tedeschi a 1081, i canadesi a 1144, i cinesi a 1153 e in fondo i cittadini statunitensi, che ‘auto-denunciano’ lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. Tuttavia, guardando anche alla tipologia dei prodotti che sprechiamo, è evidente che dobbiamo fare ancora molta strada per ridurre lo spreco e migliorare la nostra dieta alimentare”.

Gli effetti negativi dello spreco

Quali sono gli effetti negativi dello spreco secondo i consumatori italiani? Al top, lo spreco di denaro, vissuto come aspetto più grave da oltre 8 italiani su 10 (83%). C’è poi l’effetto diseducativo sui giovani (83%), l’immoralità intrinseca dello spreco alimentare (80%) e delle risorse (78%), e l’inquinamento ambientale (76%).
“La via maestra resta dunque quella di una svolta culturale che sostenga l’adozione e la replica delle buone pratiche nel nostro quotidiano, dall’acquisto del cibo alla sua gestione e fruizione – sottolinea Segrè -. Per questo rilanciamo la proposta di mettere al centro dei programmi di educazione civica, nelle scuole, i temi dell’educazione alimentare e ambientale”.