Chi richiede il visto per gli Stati Uniti ora dovrà fornire anche i dettagli relativi al proprio profilo sui social media. Le nuove regole previste dal Dipartimento di Stato e quello di Sicurezza interna statunitense stabiliscono infatti che insieme ai consueti documenti dovranno essere forniti anche i nomi che compaiono sui social media per un periodo retroattivo di cinque anni.

La proposta risale a due anni fa, ma se in passato questi dati erano richiesti solo a coloro per i quali erano necessarie verifiche aggiuntive, come i provenienti da parti del mondo controllate da gruppi terroristici, ora riguarda tutti.

L’intera esistenza online sotto la lente delle autorità statunitensi

Chiunque faccia richiesta di un visto Usa immigrante o non immigrante è quindi tenuto a elencare i propri username, cioè i propri identificativi degli account aperti e gestiti nel quinquennio passato. Le piattaforme interessate? Facebook, Twitter, Flickr, Instagram, LinkedIn, YouTube, Reddit, Pinterest, MySpace e altre. Anche quelle “estinte”, come Vine e Google+.

Insieme a queste informazioni si aggiungono i numeri di telefono ed eventuali indirizzi email precedentemente utilizzati, anche se questi, secondo un test del sito Medianama, non sembrano ancora richiesti.

L’intera esistenza online entra quindi definitivamente a far parte del curriculum messo sotto la lente dalle autorità statunitensi. Che in base alle informazioni deciderà se accordare o meno il permesso di entrare e rimanere per un certo periodo in uno dei cinquanta stati.

Esclusa l’autorizzazione Esta per trasferte di breve durata

La nuova policy del dipartimento di Stato è figlia diretta dell’ordine esecutivo Protecting the Nation from Foreign Terrorist Entry into the United States, approvato nel marzo 2017 da Donald Trump. Ma se nello scorso biennio riguardava solo i soggetti transitati in territori ad alto rischio terroristico (secondo Associated Press circa 65mila all’anno), la richiesta diviene ora obbligatoria per chiunque, esclusi i visti diplomatici e certi tipi di autorizzazioni ufficiali. Anche le autorizzazioni Esta per entrare negli Stati Uniti, destinate ai cittadini dei Paesi aderenti al Visa Waiver Program, fra cui l’Italia, rimangono escluse dall’obbligo. Ma valgono pur sempre per viaggi di turismo e affari per un massimo di 90 giorni per soggiorno, riporta la Repubblica, e180 nell’anno solare, oltre al transito. L’indicazione dei propri social resta, in quel caso, facoltativa.

La misura potrebbe riguardare circa 15 milioni di persone

A una prima stima la misura potrebbe riguardare circa 15 milioni di persone, compresi i visti per affari e per motivi di studio. Una pervasività ben più rigida dell’epoca di Barack Obama, quando l’indicazione dei social era facoltativa, e che ha ovviamente sollevato le proteste di numerose organizzazioni per i diritti civili. Rimangono fra l’altro numerosi dubbi sul provvedimento. Come fare con gli account privati? E con le piattaforme non elencate o ancora con quelle non più attive come quella di Big G? Non solo: che tipo di trattamento riceveranno gli account satirici, quelli dei giornalisti, degli attivisti, o di chi si occupa per principio di analizzare le azioni del governo statunitense?