Per soddisfare l’incremento di domanda di acquisti online e supportare le mutate esigenze dei consumatori, i player hanno investito nell’innovazione digitale. Anche se in maniera più misurata rispetto al 2020, la crescita dell’e-commerce di prodotto continua anche nel 2021, e le prime stime prevedono un incremento del +18%, che porterà i prodotti a raggiungere i 30,6 miliardi di euro di transato. Il Food&Grocery rimane il settore trainante (+38%), seguito dall’Abbigliamento e accessori (+26%) e dal Beauty (+20%). Si tratta di alcune evidenze emerse dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm della School of Management del Politecnico di Milano.

Nuovi equilibri tra offline e online

Nel 2020 l’e-commerce di prodotto in Italia ha registrato una crescita del +45%, raggiungendo una penetrazione sul totale degli acquisti Retail del 9%. Questo ha permesso di mitigare la crisi del settore, che nello stesso periodo ha registrato un forte calo degli acquisti Retail e la chiusura di oltre 9.000 negozi. Il digitale è diventato sempre più centrale nelle strategie dei player e questi trend stanno generando nuovi equilibri tra offline e online basati sia su un riassetto dell’infrastruttura fisica, sia su modelli multi e omnicanale. Se si guarda nel dettaglio ai canali di vendita e interazione, i merchant si sono focalizzati sull’attivazione e sul rafforzamento di canali relazionali, prevalentemente sui social e sulle piattaforme di instant messaging, e sull’abilitazione di nuove iniziative, in particolare sui marketplace e su siti aggregatori.

Un’adozione consapevole dei paradigmi dell’omnicanalità 

“L’emergenza sanitaria ha avuto un duplice effetto sul commercio: da un lato ha spinto i consumatori verso un utilizzo più frequente dei canali online in tutte le fasi del processo d’acquisto, dal pre al post-vendita, e dall’altro ha indotto l’offerta a rivedere la propria strategia digitale e a investire nell’attivazione o nel potenziamento dei canali di interazione e vendita, e nell’implementazione di rinnovati processi operativi – afferma Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c -. Domanda e offerta si trovano ora di fronte a un utilizzo congiunto dei canali, che spingerà per la ripartenza del retail a emergenza sanitaria terminata. Stiamo assistendo a un’accelerazione verso un’adozione sapiente e consapevole dei paradigmi dell’omnicanalità”.

Pmi italiane verso la multicanalità online

Il cambiamento indotto dall’emergenza sanitaria ha contribuito alla diffusione dell’e-commerce anche tra le piccole imprese italiane, che sono state incentivate ad avvicinarsi al digitale e a comprenderne le potenzialità.  In molti casi l’approccio è stato piuttosto “artigianale”, fondato su modalità di interazione online e su modelli di acquisizione dell’ordine attraverso piattaforme social o di instant messaging, quindi, non propriamente di e-commerce. I più evoluti hanno investito in siti diretti, in vetrine sui marketplace e in iniziative sugli aggregatori online. Per le Pmi italiane quindi non si può ancora parlare di omnicanalità in maniera diffusa, ma dei primi passi verso una multicanalità online più consapevole. Si tratta comunque di un segnale del maggior grado di maturità dell’e-commerce, che lascia presagire un’integrazione sempre più solida tra l’offline e l’online.