Il Governo ci ripensa: il Reddito di Cittadinanza non verrà abolito, ma sostituito da un nuovo strumento a contrasto della povertà, in qualche modo analogo, ma diverso sotto diversi punti di vista. Dal 1° gennaio 2024 la Garanzia per l’Inclusione sostituirà il Reddito e la Pensione di Cittadinanza, e verrà accompagnata da due ulteriori forme di sostegno alle famiglie in difficoltà. La novità principale rispetto al Reddito di Cittadinanza riguarda l’esclusione di una larga platea di possibili beneficiari in conseguenza dell’ulteriore abbassamento della soglia Isee, che passa dai 9.360 euro per il RDC a 7.200 euro per richiedere la GIL.  Di fatto, GIl e RDC non sono così differenti, se non per l’Isee più ‘basso’ necessario per accedere al beneficio.

Soglia del reddito a 6mila euro moltiplicati per la scala di equivalenza

Come nel caso del Reddito di Cittadinanza anche per la Garanzia per l’Inclusione è richiesto un reddito familiare non superiore a 6mila euro moltiplicato per la scala di equivalenza, un valore in base a cui l’importo aumenta al crescere del numero dei componenti del nucleo familiare.
In particolare, l’aumento è del 40% in presenza di uno o più componenti con più di 18 anni che non usufruiscono dell’assegno unico e del 220% con componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienti. Per figli minori percettori di assegno unico è riconosciuto un importo mensile pari a 50 euro. 

Agevolare l’inclusione sociale e lavorativa

Un’importante novità riguarda i destinatari della Garanzia per l’Inclusione. Sebbene rientri nel quadro delle politiche attive per il contrasto alla povertà, nei fatti sembra essere più orientata ad agevolare l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti fragili. Uno dei requisiti fondamentali per richiedere la Garanzia per l’Inclusione riguarda infatti la presenza, nel nucleo familiare, di almeno un componente con disabilità, un minore, un soggetto con almeno 60 anni, o con una patologia riconosciuta ai fini della dichiarazione di invalidità civile, anche temporanea. Inoltre, occorre essere cittadini italiani, essere cittadini europei, essere cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno, residenti in Italia da almeno cinque anni (erano 10 per il RDC), di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Altre due forme di sostegno

Viene mantenuto lo stesso sistema di calcolo adottato per il Reddito di Cittadinanza, a fronte del quale ai beneficiari verrà erogato un assegno mensile di 500 euro aggiornato alla scala di equivalenza, integrato di 280 euro di contributo per l’affitto. Il sussidio verrà erogato per 18 mesi con possibilità di richiederlo nuovamente per altri 12 dopo un mese di stop. Alla GIL si accompagneranno anche altre due ulteriori forme di sostegno che prevedono l’erogazione di un sussidio di importo pari a 350 euro, la Prestazione di Accompagnamento al Lavoro (spettante a coloro che hanno concluso i 7 mesi previsti di RDC e hanno sottoscritto un Patto per il Lavoro), e la Garanzia per l’attivazione lavorativa, destinata a tutti i soggetti appartenenti a nuclei familiari non in possesso dei requisiti per richiedere la GIL. Nello specifico, soggetti di età compresa tra i 18 e i 59 anni con ISEE non superiore a 6mila euro.