A fine 2022 il valore dell’Internet advertising ha raggiunto 4,5 miliardi di euro, +4% rispetto al 2021. E nel 2023 si assisterà a una crescita che potrebbe assestarsi attorno al +7%, pari a oltre 4,8 miliardi. Sempre a fine 2022, il mercato pubblicitario italiano totale ha raggiunto il valore di 9,4 miliardi di euro, in leggera crescita (+1%) rispetto al 2021. All’interno di questo panorama, con una quota del 48% Internet conferma la propria leadership, seguito da Tv (37% e -5%), Stampa (7% e -6), Radio (4% e +2%) e Out of Home (4% e +40%). È quanto emerge dall’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano.

I brand massimizzano i budget e investono nel Video

Nel 2022 aumenta però la concentrazione dell’Internet advertising nelle mani dei grandi player internazionali, che raccolgono l’81% degli investimenti pubblicitari. La situazione economica ha portato i brand a massimizzare i budget pubblicitari, investendo nei formati che permettono di aumentare i touchpoint con i clienti e le modalità di ingaggio. Non a caso, a trainare la crescita è il formato Video (+8%), che raggiunge quasi 1,6 miliardi e aumenta la sua incidenza sul totale Internet (35%). Tra i formati che lavorano nella creazione di nuovi touchpoint figura anche l’Audio advertising (+37%), comparto che nonostante le dimensioni ancora ridotte, in termini di raccolta complessiva (27 milioni) sta attirando il crescente interesse degli investitori.

Il trend positivo del Digital Out of Home: +72% in un anno

Nel 2022 gli investimenti pubblicitari Digital Out of Home valgono 108 milioni, +72% rispetto al 2021. Un trend positivo che proseguirà anche nel 2023 portando il Digital Out of Home a raggiungere 134 milioni (+25%). La componente digitale pesa per il 27% del totale Out of Home (+5%), e traina il mercato grazie a una diffusione sempre più elevata di impianti e una raccolta in salita, con tassi importanti anche nei formati Transit (schermi posizionati in aeroporti, stazioni, metropolitane, o mezzi di trasporto). Una delle sfide più rilevanti riguarda la misurazione ex-post dell’efficacia delle campagne. Soprattutto per le preoccupazioni da parte degli advertiser in merito alla privacy e al tracciamento degli utenti, e il calcolo della reach totale che passerebbe attraverso lo sviluppo di metriche condivise tra gli attori dell’offerta.

Tv 2.0: una “puntata” da circa 470 milioni di euro

Nel 2022 gli investimenti pubblicitari destinati alle Tv connesse valgono 361 milioni (+55%), che nel 2023 saliranno a circa 470 milioni (+29%).
Un trend frutto di diverse dinamiche: un’importante raccolta legata agli eventi sportivi trasmessi su piattaforme OTT, e fruiti largamente sul grande schermo, un costante e repentino aumento della fruizione di applicazioni web, sempre più utilizzate su questi device, e una crescita della componente Addressable, legata al palinsesto lineare e ai servizi interattivi di HbbTv dei broadcaster.
Nel 2022 è ancora contenuta la raccolta dei nuovi player Advertising Video on Demand, servizi di streaming basati sulla pubblicità, le cui offerte saranno da monitorare per capire se attireranno nuovi budget pubblicitari o andranno a erodere le quote di Tv o Internet.