Dal 2005 al 2015 i boschi in Italia sono aumentati del 5%, coprendo una superficie che si estende per 10,9 milioni di ettari, il 36,4% dell’intera superficie nazionale. Questo, soprattutto per l’abbandono delle campagne, ma anche perché nostro paese si abbattono pochi alberi, dal 18% al 37% rispetto alla ricrescita del bosco. Nel settore del riscaldamento, la legna copre il 21% dei consumi, e le nuove stufe a pellet o a legna emettono fino all’80% in meno di polveri sottili rispetto agli apparecchi più vecchi. Si tratta dei dati forniti da L’Italia che rinnova, la campagna promossa dall’associazione delle aziende del settore, l’Aiel, e da ong ambientaliste come Legambiente e Kyoto Club per divulgare l’utilizzo di fonti energetiche provenienti dal legno.

Si taglia meno di quanto ricresce

La gestione dei boschi in Italia è regolata per essere sostenibile. In pratica, quello che si taglia è sempre meno di quello che ricresce. Il legno, quindi, costituisce un’ottima fonte per il riscaldamento. Tanto che le biomasse legnose (legna da ardere, pellet, cioè segatura compressa, cippato, cioè scagliette di legno) costituiscono la prima fonte di energia rinnovabile in Italia, pari al 34%, seguita dall’idroelettrico (18%), le pompe di calore (12%), il fotovoltaico (9,5%) e l’eolico (6,7%). Nel settore del riscaldamento, quindi, la legna copre il 21% dei consumi, contro il 51% del metano, il 20% dell’energia elettrica, il 4% del gasolio e il 4% del gpl.

Emissioni di CO2 pari a un decimo di quelle dal metano

Secondo Agriforenergy, riporta Ansa, le emissioni di CO2 da questa fonte sono un decimo di quelle dal metano. Ma la critica principale che fanno gli ambientalisti alle stufe a legna è che producono molte polveri sottili, le Pm10 e PM2.5, estremamente dannose per la salute. “Questo è vero per stufe e camini vecchi, che purtroppo in Italia sono 4 milioni – spiega il coordinatore di Aiel, Marino Berton -. Gli apparecchi a legna e pellet di nuova generazione emettono fino all’80% in meno di polveri sottili rispetto ai vecchi impianti. E l’Italia è all’avanguardia nel mondo: il 70% delle stufe a pellet in Europa sono prodotte da aziende italiane. I nostri prodotti hanno conquistato i mercati tedesco e nordeuropeo”.
Il legno è una fonte di energia rinnovabile, perché la CO2 che produce è compensata da quella che era stata assorbita dall’albero.

Le biomasse legnose costano la metà del metano e un terzo del gasolio

In Italia ci sono oltre 10 milioni di stufe e caldaie a legna, 3 milioni delle quali a pellet. I costi? Le biomasse legnose costano 45 euro a megawattora, la metà del metano (85 euro) e un terzo del gasolio (143 euro). “Il pellet che si compra in Italia – spiega Berton – è coperto dalla certificazione internazionale EnPlus, che garantisce che sia fatto esclusivamente di segatura di legno vergine, senza vernici e altre sostanze. E stiamo approntando una certificazione simile anche per la legna da ardere, inserendo anche la tracciabilità della provenienza, per valorizzare le produzioni dei territori”.